Il critico letterario del Corriere della Sera scrive oggi (20 agosto 2023) su Lorenzo Bastelli e sull’alloro che il poeta quattordicenne, morto lo scorso anno a causa di un sarcoma di Ewing, ha conseguito al Premio Internazionale di Poesia “La bellezza rimane”. La mamma del giovane poeta riceverà il riconoscimento a Santa Margherita Ligure (GE), la mattina del 25 agosto 2023 presso Villa Durazzo, nel corso del Festival Nazionale di Bioetica.
La poesia di Lorenzo Bastelli, morto a 14 anni per un sarcoma: «Respiro, finalmente, l’azzurro»
di DANIELE PICCINI
«Rinascita», la poesia scritta dal ragazzo morto a 14 anni per un tumore, ha vinto il concorso «La bellezza rimane» di Santa Margherita Ligure (Genova). Ne scrive il critico Daniele Piccini
Rinascita
Io sono stato
fiammifero decapitato
I ricordi
torturavano il cuore
Le mani
convulse tra loro
lottavano
MA
Io sono
una farfalla
a fatica rinata
Respiro
finalmente
l’azzurro
Posso
dormire sereno
nella mia culla
Si potrebbe pensare che i social spingano le persone a dare il peggio di sé. E che la vita privata vada tenuta al riparo, protetta. Ma la vicenda di Lorenzo Bastelli mostra un altro aspetto, sorprendentemente positivo. Qualche mese fa la storia di questo ragazzo ha fatto il giro della Rete e commosso molte persone. Costretto a casa da un tumore inarrestabile, Lorenzo trova una formidabile alleata nella madre, Francesca Ferri. La quale non teme di usare i social per il bene. Scrive su Facebook, invitando gli utenti a mandare al figlio lettere, cartoline, scritti, disegni che possano tenergli compagnia nell’ultimo tratto di vita. Per questo fornisce l’indirizzo postale per raggiungere Lorenzo, a Castel San Pietro Terme, Bologna, dove vivono. Succede che in tantissimi scrivano al ragazzo, mandandogli messaggi e illustrazioni, frasi di incoraggiamento, saluti. È una piccola, grande ondata di affetto, che ridà fiducia a Lorenzo nel momento più duro. Molti giornali ne scrivono. Massimo Gramellini, all’indomani della morte di Lorenzo, il 22 novembre 2022, gli dedica uno dei suoi «Caffè» sul «Corriere della Sera». E riporta la frase della madre: Lorenzo ha vissuto l’ultimo mese della sua vita come se fosse immerso dentro un sogno, perché, scrive Gramellini, «riscaldato dall’abbraccio cartaceo di una massa di sconosciuti a cui aveva saputo far vibrare una corda che molti di loro, forse, ignoravano di possedere». Ai suoi funerali, ucciso da un sarcoma di Ewing, viene letta una poesia che aveva scritto in piena malattia, come per accettare la propria sorte: si intitola Rinascita (i versi sono riportati all’inizio di questo articolo). È di sabato 19 agosto la notizia che a quel testo è stato assegnato il primo premio nel concorso internazionale di poesia «La bellezza rimane» di Santa Margherita Ligure (Genova) fra circa 1.200 componimenti. La madre, ancora su Facebook, ha commentato: «Grazie a chi è riuscito a leggere la profondità di quello che Lorenzo ha scritto con parole semplici ma eccezionalmente rappresentative di un percorso di effettiva rinascita che dà speranza anche oltre la morte».
Rinascita, infatti, è una poesia di lotta, travagliata, che si conclude con una riconciliazione e con un sentimento di nuova apertura alla vita, nonostante tutto: dopo essere stato «fiammifero decapitato», Lorenzo si riconosce «una farfalla/ a fatica rinata». E conclude: «Posso/ dormire sereno/ nella mia culla». A vincere non sarà la malattia, ma la serenità di una culla, di un luogo protetto, da cui ci si potrà risvegliare. Il sillabato di questa breve poesia può fare ricordare al lettore di poesia del Novecento la riscoperta della nuda parola compiuta dal primo Ungaretti.L’abisso della guerra costringeva il poeta-fante al massimo di essenzialità, a rompere il discorso, isolando le parole nella pagina. Così il piccolo Lorenzo ha fatto, d’istinto, davanti alla malattia. Che poesia è quella che ha scritto? Mi viene in mente l’insegnamento di uno dei maggiori poeti del secolo scorso, Mario Luzi (1914-2005). In un testo di Sotto specie umana (1999) scrive: «Potrebbe/ un niño, un cherubino/ al primo effato/ dirla meglio di te la tua dottrina.../ oh sì, a quel punto si naviga,/ a quel nido/ di scienza e d’innocenza/ mette capo questo cammino». Il grande poeta, suggerisce Luzi, deve rifarsi piccolo. Senza quel candore, la sua sapienza sarebbe vana. Così la scienza si piega verso l’innocenza. E l’innocenza di un ragazzo, alzandosi sulle punte, può avvicinarsi alla poesia, che è fatta innanzi tutto per chi ha il cuore aperto. È fatta, come dice il Vangelo a proposito della verità, per i piccoli.
Lorenzo Bastelli nella foto condivisa sui social dalla mamma, Francesca Ferri
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